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L'ISOLA DEGLI ZERU ZERU (Tanzania)
Tanzania. Prima dell'elezione del nuovo Presidente Magufuli, i molti albini che vivevano nel paese oltre ad essere discriminati, venivano uccisi. Le loro membra sembravano portare fortuna a coloro che vendevano le pozioni a chi cercava denaro e salute. Oggi, fortunatamente, questi omicidi sono diminuiti e l'Associazione albini tanzaniana vede i suoi diritti crescere , come avrebbe dovuto essere in una società civile. Ma alcuni di loro partono ancora per l'isola di Ukerewe, sul lago Victoria, piccolo paradiso di villaggi immersi nel verde dove si può ancora vivere senza paure.

 
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BAKTHIARI (Iran)
I Bakthiari, minoranza nomade, vive in circa 200 villaggi sui monti Zagros, persi nelle strette valli che a primavera diventano giardini dove sosterebbe volentieri anche Allah. In questi ultimi decenni la popolazione si è molto ridotta a causa di progetti che cercano di insediare le tribù in un solo luogo, creando affollamento, rivalità e perdita di interesse per l’allevamento. “Ma la vera natura è là” dicono i vecchi, “Fuori dalle tende, liberi tra i quattromila metri degli aspri giganti Zagros, a scrutare un orizzonte fatto ora anche di frontiere off limits”. Afghenistan, Iraq, Turchia...
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ERITREA.TERRA DI CIURU' (Eritrea)
Al grande mercato del Maedeber si può trovare di tutto. Antico
caravanserraglio oasi nelle interminabili vie di primordiali trasporti
terrestri, resta il più grande luogo del riciclo del tormentato e poverissimo
Corno d'Africa. Espone mille povere cose, riattate con la fantasia della
miseria e dell'isolazionismo. Nasconde in antri scuri ed impraticabili, se
non dal lavoro minorile, pezzi unici reduci del passaggio, su questa terra
che non sembra ancora stanca, di tanti popoli e delle loro culture.
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GLI OCCHI DEL CIELO (Madagascar)
Route National 7,che attraversa l’incantevole parco naturale dell’Isalo e la squallida Ilakaka,la “città” degli zaffiri. Un formicaio di gemme e miseria. Far West malgascio, Sud-ovest di un’Africa che si crede Oriente. Come se fosse sufficiente “credere”. Chi scava qui, per gli affaristi asiatici e per le voglie dei ricchi, sono solo facce e mani “nere”. Fai fatica a vederli infilati nei pericolosissimi tunnel sotterranei o nelle fatiscenti miniere a gradoni in bilico su pozzi cristallini. Lavoro di africani, lavoro da poveri. 
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ZURKHANEH, LA PALESTRA DEGLI EROI (Iran)
Gli atleti devono avere alti valori morali oltre a grande potenza fisica ed all’interno dell’arena non si può fumare, mangiare o tenere comportamenti poco rispettosi. Un tempo si iniziavano gli esercizi solo dopo le preghiere del mattino e le donne non erano ammesse. Solo oggi viene fatta una concessione alle occidentali, considerate “uomini onorari”. Quindi si lasciano anche le scarpe all’ingresso, come in moschea.
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VITA DA BINARI (Egitto)
Il treno, in partenza da Il Cairo, con destinazione Aswan, spacca l’Egitto di sabbia come una grande ferita. Stracarico di varia umanità con bagaglio al seguito. Nelle  stazioni più grandi, la gente si ammassa per salire mentre “venditori di tutto si fanno spazio nei corridoi stipati. Sali e scendi forsennati, abusivi, senza prenotazione,1 e 2 classe ,per la terza si stà appesi fuori dai finestrini o sui predellini. E il fischio magico, perfetto (mai in orario) ,da il LA al viaggio ed improvvisamente tutti seduti, bene o male ,una sistemazione c’e’  e la rotaia ti accompagna.
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TOPAANA LA  GRANDE REPUBBLICA DEI ROM (Skopje-Macadonia)
Non è vero che i Rom non hanno patria. In Macedonia, Skopje, c’è la più grande Repubblica dei Rom. Dove i girovaghi tornano perché hanno casa, luce e telefono. E hanno anche un sindaco che ha rappresentanza nel consiglio della città. Certo, è sempre una Repubblica un po’ “da Rom”. Un po’ alla buona, con qualche fogna a cielo aperto, servizi non  del tutto a norma, ma testimonianza che anche per loro c’è un luogo, una radice a cui aggrapparsi, per tornare a casa. 
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SERVETTE (Madagascar)
Ragazzi e ragazze sono spesso al servizio delle famiglie malgasce. Lavorano in cucina, lavano piatti e vestiti, si prendono cura dei bambini più piccoli e molto spesso ricevono soltanto cibo e alloggio come ricompensa, per quasi 24 ore di servizio. In molte famiglie vi sono le “servette”. Sono fami-glie più o meno benestanti. Ma a volte la “servetta” o il “servetto” è considerato un membro della famiglia e quindi rispettato per quello che riguarda la sua privacy e la propria libertà. Comunque un altro aspetto dello sfruttamento dei minori.
 
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SECONDA SEPOLTURA (Madagascar)
Ovunque in Madagascar si omaggiano gli antenati. Nel cuore degli altopiani una cerimonia la cui origine va oltre la memoria umana è stata conservata fin dai tempi antichi: la Famadihana. Ogni anno, dall’inizio di giugno fino alla fine di settembre, di villaggio in villaggio, le tombe vengono aperte e i vivi fanno ballare i loro morti durante le grandi feste.
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I CICLOTAXI DI QUELIMANE (Mozambico)
Quelimane. capitale della regione della Zambesia. I barrios, il porto e quello che resta di un elegante colo-nialismo portoghese. E l'arte di arrangiarsi. L'africa non si piega mai, anche nei momenti peggiori. Non c'è disperazione e ce la devi fare nonostante tutto. In una città detta la "Rio d'Africa" per il suo carnevale, si celebra un altro rito, quello delle due ruote. Strade sterrate, buche, grosse macchine maleducate e pulmi-ni carichi e traballanti, rendono come una corrida il traffico in questa città. Ma il toro qui è la bicicletta, anzi "il ciclotaxi".
 
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WIFI CUBA (Cuba)
Cuba rizza le antenne e, con l’entusiasmo dei neofiti e il calor caraibico, è alla ricerca perenne della
linea. Cubanauta permettendo. Ma per molti il possesso dell’etere è ancora un lusso irraggiungibile. Intanto ci si ritrova dove il segnale meglio si capta e poi si vedrà in futuro.
 
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LA SANTERIA (Cuba)
Il rituale della Santeria a Cuba è una filosofia. È stato introdotto dagli schiavi africani. È una miscela di divinità Yoruba e Cattolicesimo, come il Candomblè brasiliano e il Voodoo haitiano. Il fine è la ricerca della felicità.
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EL DIA DE LA LIBRETA (Cuba)
La libreta de abastecimiento, introdotta dalla rivoluzione cubana, potrebbe finire presto di svolgere
la sua azione di welfare sociale e diventare un pezzo da collezionismo per qualche museo.
Introdotta per dare sostentamento al popolo da Fidel, riaggiornata dal fratello Raul nel 2011,sembra
ormai agli ultimi . Aperture all'America, idee di soft socialismo ,wifi e beni e bisogni
occidentalizzanti, sembrano decretarne la morte. Anche se buona parte della popolazione,
nonostante prodotti e quantità irrisorie, la utilizza ancora. 
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TRANSPORT COMMUN (Senegal)
“Transport commun”. Ma di comune hanno ben poco. Senegal, Dakar.
Megalopoli polverosa fronte oceano lascia scorrere nelle sue
aterosclerotiche arterie centinaia di pulmini coloratissimi, decorati come
cattedrali e con indotto invidiabile. Trasporti per un ‘Africa che racconta
un’imprenditoria capillare da Occidente più evoluto. Sono circa 3000 su
tutto il territorio ,importati da Francia e Belgio, vengono, in un girone
infernale nel centro chic di Dakar, scartavetrati e ridipinti, smontati e
rimontati, agghindati, come femmine civettuole (e un po’ kitch), di nastri
colorati e “santi locali”. 
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POUSSE POUSSE (Madagascar)
Arrivando in alcune città, come Antsirabe, per esempio, si resta infatti colpiti dalla presenza di tantissimi risciò. Qui chiamati, alla francese, “pousse pousse”.” Spingi spingi”. Ed è proprio quello che fanno in tanti sull’ardente terra rossa. E caldo, fatica, età, niente ferma questi lavoratori tenaci e dignitosi. Ed è una sorta di scalata sociale, secondo loro. Spesso sono contadini che lasciano la coltivazione della loro terra (aumentando inurbamento e povertà) e dai piccoli villaggi, dalle case di fango, scendono in città a tentare la fortuna, noleggiando questi mezzi e pagando ogni giorno una quota per il loro affitto. 
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PARISAPRES – LES ALLUMIERS (Francia)
Dopo la tragedia rimangono i nomi delle persone che non ci sono più. Fiori, fotografie e ricordi restano. Per alimentare la memoria “Les allumiers” ogni giorno accendono un lumino per mantenere viva la presenza di tante persone innocenti. Piccole fiammelle che brilleranno per sempre.
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MAMY (Tanzania)
Le chiamano “Mamy”. E sono madri che si prendono cura anche di altri bambini, oltre ai loro figli. Bambini abbandonati, che vivono in famiglie povere e persino bambini di strada. Nel villaggio di S.O.S. Bambini, vicino alla città di Arusha, in Tanzania, 10 case ospitano questi ragazzi. Vanno a scuola, fanno attività di vario genere ma soprattutto costruiscono, grazie all’aiuto dei “Mamys”, il loro futuro.
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IL RISTORANTE DEI BAMBINI DI STRADA (Cambogia)
“Le restaurant des enfantes de la rue”. Un luogo dove i bambini di strada ritornano ogni mattino, all’alba, dopo aver passato la notte lavorando e raccogliendo cartone e plastica per le strade. Qui, al ristorante dei bambini trovano la colazione, pranzo e cena, un letto per riposare, cure mediche. Un piccolo paradiso per piccole anime.
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KHOMEYNI DAY (Iran)
Teheran. 4 Giugno. E’ il giorno della morte di Khomeini. Si celebra nel suo memoriale, ultima fermata della metropolitana, vicino al cimitero dei martiri. Servizio d’ordine, metal detector e la bandiera dell’Iran, 36 metri di stoffa che vibrano al vento. Uomini, ma soprattutto donne. Adoranti ed ansiose di omaggiare l’uomo santo chiuso nella sua gabbia d’oro. E’ il loro giorno, il Khomeini day.
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